I modi di scatto A, S (o T), M

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Ciao a tutti, ben ritrovati in questo spazio! Oggi affronteremo un argomento molto pratico: i modi di scatto sulle fotocamere digitali.

Mi riferisco a quelle lettere poste su un selettore, di solito tondo, che per i principianti costituiscono un enorme enigma, fanno quasi paura, e molto spesso non vengono prese in considerazione in virtù di una scelta più sicura, tipo il modo AUTO o SCENE.

Capiamo di cosa stiamo parlando.. Nelle fotocamere digitali abbiamo la possibilità di effettuare una moltitudine di scelte, e non fa molta differenza se abbiamo tra le mani una compatta o una reflex semiprofessionale; oramai in quasi tutte le fotocamere sono presenti le stesse modalità di scatto, per cui si ha la possibilità di scegliere in base al nostro livello di conoscenza delle tecniche fotografiche, in base alla nostra predisposizione momentanea e a quanto ci sentiamo più o meno sicuri.

I modi di scatto sono generalmente suddivisi in 3 grandi settori:

AUTO : la macchina fa tutto da sé, sceglie tempi di esposizione, apertura del diaframma, ISO, flash, ecc.
SCENE : la scelta delle scene dipende dalla complessità della macchina, per cui per fare un esempio molto generico, possiamo trovare: notturni, neve / spiaggia, feste in interni, tramonti /albe, sport, macro, ritratti, panorami, ecc. Anche qui la macchina fa tutto da sé in base alla scena scelta.
A, S (o T), M : le famose tre lettere cui accennavo prima… in questo caso si sceglie se impostare manualmente l’apertura del diaframma (A) o il tempo di scatto (S o T) lasciando alla macchina il calcolo del parametro non scelto, oppure se impostare tutto manualmente (M)

E’ superfluo sottolineare come all’inizio chiunque scatterà in AUTO o selezionando le SCENE, ma con un po’ di conoscenza, un po’ di coraggio e tanta sperimentazione, consiglio a tutti di abbandonare presto queste modalità per tuffarsi a capo fitto nei modi manuali.

Andiamo per ordine e vediamone uno alla volta.

Non mi soffermo troppo sul modo M, è chiaro, bisogna impostare tutto manualmente. Per cui questo è destinato a chi già ‘mastica’ un po’ di tecnica.
Vediamo insieme il modo A, ossia quello in cui scegliamo l’apertura del diaframma, e lasciamo scegliere alla macchina il corrispondente valore di tempo di scatto per avere una corretta esposizione in base al valore di ISO scelto (eventualmente invito a dare uno sguardo al secondo articolo di questa rubrica “il triangolo dell’esposizione”)

A cosa serve scegliere questo modo? La risposta è immediata: a controllare la profondità di campo.

Questo significa che in base a quanto terremo chiuso o aperto il diaframma, avremo più o meno oggetti (posti a distanze diverse) a fuoco. Ne viene di conseguenza che se vogliamo un oggetto in particolare a fuoco e tutto il resto fuori fuoco (magari per risaltarlo o per ricercare l’effetto bokeh, di cui si parlerà in un’altra puntata), dobbiamo aprire molto il diaframma, e scegliere quindi dei valori bassi di f (2.8, 4, ecc.)

Viceversa, se abbiamo bisogno di tenere tutto a fuoco, dobbiamo chiudere tanto il diaframma, e scegliere dei valori alti di f (16, 22, ecc.)

_D718349

f2,8 – 1/13” – ISO 100

_D718350

f32 – 10” – ISO100

Naturalmente cosa succederà al tempo di scatto, tenendo sempre il valore di ISO fisso? In base al triangolo dell’esposizione, se apriamo molto il diaframma, entrerà più luce, quindi il tempo di scatto sarà basso, veloce. Viceversa se chiudiamo molto il diaframma, entrerà meno luce, quindi il tempo di scatto sarà alto, lento.

E quindi, in base alla nostra scelta di A, dovremo stare attenti al tempo di scatto suggerito dalla macchina; potrebbe infatti risultare troppo alto e la foto potrebbe venire mossa, per cui in quel caso dovremo procurarci un appoggio fisso o treppiede, oppure aumentare gli ISO fino al valore di sicurezza (di cui abbiamo parlato sempre a proposito del triangolo dell’esposizione) della macchina.

Passiamo ora al modo S o T. A cosa serve questo modo? A controllare il tempo di scatto, quando la nostra priorità è fermare un’azione veloce (bambini che giocano, sport, ecc.) o, viceversa, tenere a lungo un’inquadratura (notturne, scie luminose, fulmini, ecc.)

I tempi di posa di 1/500 sec o meno, sono definiti veloci, mentre quelli al di sopra di 1/15 sec sono definiti lenti.

_D718354

f= 2.8 – T= 1/800”

_D718355

f = 2.8 – T= 1/1,3”

Ma quale tempo scegliere per evitare di far venire una foto mossa se non si ha a disposizione un appoggio fisso? Ahimè non esiste una risposta univoca, alcune persone riescono a tenere la macchina più ferma di altre, sia per una tecnica migliore, sia per una frequenza cardiaca più bassa. Il freddo e il vento rendono più difficile l’operazione.

Tuttavia esiste un metodo pratico per cercare di controllare la macchina ed avere uno scatto più ‘sicuro’, ovvero considerare come tempo l’inverso della focale utilizzata. Detto così sembra arabo, ma è molto più semplice di quanto si pensi; se sto utilizzando un 50mm il mio tempo sicuro sarà 1/50 sec. Se ho un 300mm, sarà 1/300 sec. e così via. Nelle ottiche non fisse (18/55, 24/70, 70/200, ecc. ) bisogna ovviamente fare riferimento alla focale utilizzata al momento dello scatto.

Ciao, alla prossima! 🙂

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